Effetti dell’allenamento di forza vs stretching sugli infortuni alla caviglia in giovani atlete di ginnastica artistica.

RELATORE: Prof. Ch.mo Prof. Francesco Pacelli; CORRELATORE: Dott.ssa ALESSANDRA SCARTON; Dott. Matteo Saoncella; LAUREANDA: Laura Furlan

La partecipazione di bambini e ragazzi ad attività sportive è sempre più popolare e diffusa nella cultura occidentale. Giovani atleti iniziano a specializzarsi in un determinato sport sin dalla tenera età prendendo parte a rigorosi allenamenti settimanali.

L’aumento dei livelli di prestazione richiesti, i volumi e le intensità di allenamento necessarie per essere competitivi, fanno sorgere la preoccupazione di possibili effetti, a lungo termine, sull’apparato muscoloscheletrico ancora immaturo. Tra le principali attività motorie che richiedono una precoce specializzazione rientra la ginnastica artistica. Essendo uno sport che richiede movimenti con elevati livelli di intensità e difficoltà e in cui l’addestramento delle ginnaste incomincia durante l’infanzia, risulta essere ad alto rischio di infortuni.

La letteratura scientifica, per quanto riguarda l’incidenza e le caratteristiche degli infortuni nelle atlete di ginnastica artistica, si presenta ampia (P. Kirialanis et al. 2002); la parte inferiore del corpo sembra essere quella maggiormente soggetta ad infortuni e l’infortunio più diffuso risulta essere la distorsione alla caviglia (Zachary Y. Kerr et al. 2015).

Tra i principali fattori che espongono le giovani atlete ad un maggior rischio di incorrere in infortuni nei distretti inferiori del corpo vi sono: un deficit nella dorsiflessione e un deficit nell’equilibrio (M. de Noronha et al. 2013). Per quanto riguarda la correlazione tra l’instabilità dell’articolazione della caviglia ed un deficit nella dorsiflessione Matthew C., nei suoi studi (Hoch et al. 2015), ha messo in evidenza come un deficit nella dorsiflessione del piede impedisca una posizione stabile della caviglia durante attività dinamiche esponendo i soggetti a maggior rischi di infortunio.

Per quanto riguarda la correlazione tra un deficit nell’equilibrio ed un maggior rischio di infortunio, invece, Tropp et al. (1984) hanno dimostrato come i giocatori di soccer con un’instabilità alla caviglia ed uno scarso equilibrio presentassero un maggior rischio di infortunarsi nuovamente (Emery CA, 2003).

Numerosi studi mostrano come individuare la presenza di deficit nella dorsiflessione del piede e nell’equilibrio possa essere utile, all’interno di un programma di prevenzione di infortuni, al fine di identificare le atlete maggiormente a rischio. La sperimentazione svolta si basa proprio su questa ipotesi.

Nella preparazione fisica esistono due grandi aree di interesse: la prestazione e la prevenzione. I test utilizzati nella valutazione di uno sport devono essere quindi funzionali per ricavare informazioni riguardanti queste due tematiche. L’interesse nell’affrontare simili argomenti in un progetto di ricerca nasce dall’importanza, per gli allenatori ed il personale medico sportivo, di venire a conoscenza dei fattori di rischio per i propri atleti e di individuare quali soggetti sono più a rischio di infortunio. È necessario dunque cercare di valutare l’atleta individuando deficit di mobilità articolare, propriocezione, forza o attivazione muscolare, per studiare strategie adatte a rieducare le carenze dell’atleta nell’ottica di ridurre il numero di infortuni. Un lavoro specifico adattato ai punti di debolezza di un atleta può favorirne anche la performance sportiva (Augustsson et al. 2011).

È quindi necessario comprendere quali test sono più adatti ed attendibili per ricavare questo tipo di informazioni, al fine di ottenere un adeguato screening dell’atleta.

Gli scopi degli studi effettuati sono:

  • Comprendere come infortuni alle caviglie possano alterare l’equilibrio posturale statico delle ginnaste;
  • Verificare se è possibile incrementare il range di movimento in flessione dorsale della caviglia in seguito ad uno specifico training di forza. In particolare, ci preme verificare se esista una possibile correlazione tra questo training ed una minore sollecitazione dell’avampiede durante gli atterraggi nella rondata.

Nella prima parte di questo elaborato sono state riportate informazioni legate al fenomeno della specializzazione sportiva precoce e dell’infortunio alla caviglia. È stato fatto, inoltre, un confronto tra esercizi di forza e stretching e sono state prese in considerazione le varie metodiche di valutazione dell’equilibrio statico, della dorsiflessione passiva e dell’analisi cinetica e cinematica del gesto tecnico della rondata. 

Successivamente si è entrati nel vivo di questo studio descrivendo lo scopo della tesi, i materiali e i metodi di indagine, per passare poi all’analisi dei dati ed ai risultati, quindi alla discussione ed alle conclusioni.