Disfunzioni del movimento dell’anca e del rachide lombare nel podista: elementi di correlazione e proposta di auto trattamento

RELATORE: Prof. Granzotto Giorgio; Correlatrice: Ing. Scarton Alessandra; Correlatore: Ft. Nappo Davide

INTRODUZIONE
Secondo il Modello Kinesiopatologico, gesti ripetuti e posture prolungate che perdurano nel tempo, possono portare alla strutturazione di una direzione preferenziale di movimento fino ad esitare in disfunzioni sintomatiche. Molteplici studi correlano le limitazioni del ROM (range of motion) nelle rotazioni d’anca con la presenza di LBP (low back pain). Podisti che si allenano correndo frequentemente in senso antiorario possono essere biomeccanicamente predisposti a sviluppare nel tempo disequilibri a livello d’anca a causa dell’asimmetria del gesto sportivo che mettono in atto percorrendo abitualmente la curva delle piste di atletica. Si può ipotizzare che nel tempo tale attività possa alterare l’equilibrio complessivo del corpo risolvendosi in compensi anche prossimalmente a livello della colonna lombare con conseguente sovraccarico distribuito in modo anomalo tra le strutture che potrebbe esitare in lombalgia.
OBIETTIVI
L’end point primario è di rilevare la prevalenza di disfunzioni d’anca nel campione di podisti considerato. I secondari si pongono di rilevare eventuali modifiche dopo un programma quotidiano di auto trattamento, l’associazione con eventuali fattori contribuenti e la prevalenza di LBP nei soggetti con disfunzione d’anca.
MATERIALI E METODI
Sono stati valutati clinicamente 23 volontari dediti ad almeno due allenamenti settimanali in pista (T0). 13 di essi, risultati avere un’asimmetria nelle rotazioni d’anca maggiore di 5°, sono stati istruiti a compiere regolarmente degli esercizi volti, attraverso l’allenamento dei pattern fondamentali della corsa, a ricercare il riequilibrio del sistema e rivalutati nel breve termine (T1). 3 atleti sono stati valutati anche strumentalmente con l’integrazione di un Sensore Inerziale e dell’sEMG durante l’esecuzione di una prestazione di corsa in pista in senso antiorario ed in senso orario.
RISULTATI 
Clinicamente il 78,3% del campione presenta disfunzioni d’anca, prevalentemente in rotazione oraria del bacino. La valutazione del controllo motorio della lombare durante movimenti attivi dell’anca, tra T0 e T1, migliora in modo statisticamente significativo. I dati raccolti mancano di significatività statistica relativamente ai fattori contribuenti analizzati. I soggetti arruolati erano asintomatici nel tratto lombare. Per la proposta pilota della valutazione strumentale durante la corsa in pista, la maggiore significatività clinica emerge dall’analisi dei casi presi singolarmente.
CONCLUSIONI
E’ possibile prevedere un disordine funzionale dovuto all’esecuzione di un gesto asimmetrico reiterato agendo con modalità preventiva specifica, il sistema neuro-muscolo-scheletrico sembra in grado di riorganizzarsi anche nel breve termine ripristinando l’equilibrio e al contempo tutelando la prestazione atletica.

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